Incolui la Famiglia
Per Riho, l'”offerta” è rappresentata da un banchetto di rappresaglie, una vita da sogno incompresa. Tuttavia, quando l’uomo vestito di nero e con gli occhiali da sole entra negli uffici dell’agenzia, lasciando un seggio vuoto per sei intense ore, Riho decide di accettare quella sfida.
Il buonzio, con gli strumenti della sua ragione, tenta invano di capire a cosa stesse pensando quell’uomo dai modi misteriosi. Nonostante la sua sfiduccia, Riho ripete a se stessa che non deve essere la sua responsabilità scovare la verità. Tuttavia, il suo intuito esigente la costringe a non darsi pace.
Ecco comparire Ami, compagna di Riho che, con un mistico presentimento, decide di allontanare colui che attende impassibile. Tuttavia, Riho torna, e la sua voce è tutta quella di un gatto dentro un sacco. Allo sconoscioto, che non sembrava affatto disattenuto, lei dà un’occhiata furtiva, forse per scoprire qualsiasi indizio relativo alla sua identità celata.
L’esperienza di Riho gli ha insegnato l’importanza di sapere quando smetterla di indagare ma quell’uomo non va dimenticato che è un segno indelebile del pensiero che c’era dentro di lei. Qualcosa che l’ho portata a guardarlo con occhi diversi, come se il viso dell’uomo ricoprisse di macchie di sole e scie di cielo limpidi.
Il quadro è chiaro – Riho ha ricevuto un’offerta che non era solo riguardo a un aumento di stipendio: era un invito al cambiamento, alla ricadenza e alla rinegoziazione dello spazio dentro di se stessa. E colui che aspetta da solo, con calma e silenziosamente, era solo per dirle: “l’ora è giusta per cambiare il tappeto della tua immagine”.
